Cecilia Andrea Bacci
Sono nata nove giorni dopo la caduta del muro di Berlino, a sud, sotto l’equatore. Sono cresciuta a Prato, 18 anni spalla a spalla con i ragazzi della Chinatown più grande d’Italia. Sarà per questo che mi appassionano tematiche come l’immigrazione e le seconde generazioni.
Bologna ha fatto il resto. Finito il liceo, mi sono ritrovata catapultata nella città dei balocchi. Tra qualche lavoretto “per guadagnarsi il pane” e gli esami da preparare, anche il tempo di scendere in piazza per raccontare le proteste studentesche. Prima sulle fanzine universitarie, poi su alcune testate online. I cortei, le occupazioni, gli scontri. Se Prato mi ha accolta, Bologna mi ha cresciuta.
Da quel settembre 2008 sono passati cinque anni e mezzo. I primi lavori da “giornalista”, un anno erasmus a Parigi, uno zainetto per girare l’Europa tra treni e bus con coincidenze inesistenti. Una laurea triennale in comunicazione e poi un pezzo di pizza nello Zuccotti Park di Occupy Wall Street, giusto il tempo di una pausa dall’internship come producer presso la (ormai defunta) sede Rai di New York.
Ho deciso che avrei fatto la giornalista il 21 luglio 2001. Cinque anni dopo è arrivata la prima telecamera. Il primo, vero amore che non si scorda mai.