Leo Cuffie

Artist, Software Engineer, and Project Manager in Italia

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Proprio questa abilità dovrebbe essere approfondita durante la crescita dell'individuo, nell'apprendimento dello strumento nella scuola secondaria di primo grado, quando invece vengono messe in primo piano altre abilità, non meno importanti, ma sicuramente incomplete se messe al di fuori della crescita ritmica.

Durante lo studio strumentale e l'ascolto di musica con le cuffie tutte le materie utilizzate per l'alfabetizzazione musicale basano il loro compito sulla codificazione di simboli e durate. Lo studio tradizionale del solfeggio permette all’allievo di acquisire una struttura basilare di decodifica della notazione delle altezze dei suoni e della loro durata attraverso l'apprendimento della relazione tra l'intero e le sue suddivisioni, lasciando allo scoperto tutta quella parte interiore della sensazione del tempo che rende veramente capaci di manipolare lo spazio che intercorre tra due pulsazioni. Molto spesso si vedono nelle scuole ragazzi con le cuffie che hanno difficoltà a seguire il metronomo e/o non riescono a trovare delle differenze tra una suddivisione binaria e ternaria. Questo è probabilmente dovuto al fatto che ciò che viene prima percepito è solo la durata della nota, e non il suo ruolo nello spazio-tempo. Per questo l'importanza della consapevolezza ritmica sta nel far capire la distanza che intercorre tra un suono e l’altro e la continuità che lo trasforma in ritmo.

Nel nostro caso l’apprendimento musicale è caratterizzato da problematiche differenti da quelle che si vengono ad affrontare durante lo studio di altre discipline. Una delle difficoltà maggiori che bisogna affrontare quando parliamo di apprendimento musicale o nello specifico ‘‘strumentale’’ è la convinzione radicata da tempo che le competenze musicali, troppo spesso racchiuse in un concetto di musicalità che fonda le sue basi su qualcosa di innato o legato alla
persona o addirittura ai gruppi etnici, debbano essere poste fuori dal processo di apprendimento, quasi come a sostenere la teoria che solo la pura ‘‘tecnica’’ può essere appresa e che le capacità musicali più artistiche derivino da qualità non ben identificate.

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