Stex Auer
Consultant, Writer, and Social Media Manager in Lombardia, Italia
Stex Auer
Consultant, Writer, and Social Media Manager in Lombardia, Italia
Stex Auer Toys Project.
Riflessioni, pensieri e proposte su giochi e giocattoli visti da adulti per adulti
Giocare per me da bambino è correre dietro una palla, lanciare un aereoplano con l’elastico o un razzo col paracadute. Poi, più grande diventa guidare la macchina filoguidata, o il camion ribaltabile con le luci e la sirena. Poi la macchina radiocomandata via via più grande e sofisticata, e poi….
Potrei andare avanti a lungo a elencare tutte le esperienze vissute giocando (me le ricordo tutte) e non una non riguarda l’abilità, la velocità, la competizione.
Da adulto poi, ho sviluppato un altro percorso di gioco: il collezionismo, la passione per l’oggetto unico e raro, la ricerca della perfezione, dell’estetica, della precisione miniaturizzata. Il senso si è spostato in nuovo terreno di gioco sulla progettazione, lo studio, la tecnica, il possesso.
Poi cambiai ancora playground.
Una lunga parentesi, durata sino a poco tempo fa, dove il gioco si trasferì nell’immersione nella tecnologia, nell’immateriale e nell’iperspazio.
Ipervelocità, ubiquità fisica, empatia, intelligenza condivisa, simulazione: in fondo un altro modo di esprimere abilità, velocità, competizione.
Infine, seguendo una delle tante onde ho scoperto che la tecnologia digitale riconvergeva nelle cose, negli oggetti, e li ravvivava di nuovo senso.
Velocemente è emerso in me naturale e irresistibile, il pensiero che i primi oggetti rianimati di tecnologia dovessero essere quegli oggetti magici, mediatori del fantastico e della realtà chiamati giocattoli.
Ecco nascere (rinascere), Stex Auer Project for toys, riflessioni, pensieri e proposte su giochi e giocattoli visti da adulti per adulti capaci di interrogarsi, stupirsi, immaginarsi l’intelligenza racchiusa nei giochi, pronti a raccogliere sfide, esprimere abilità, collezionare oggetti unici e rari, riconoscere quanta estetica empatia e condivisione possano esprimere.
La sfida è bella e ardua: quanti di quegli oggetti che oggi chiamiamo giocattoli lo saranno ancora ? Quanti nuovi giocattoli si svilupperanno?
Forse bisognerà trovargli un altro nome, un’altra identità, ma una cosa è certa: io ci giocherò.